Che conseguenze avrà l’intelligenza artificiale nelle aziende?
- On 4 Ottobre 2018
- Azienda, impresa
L’AI è un vantaggio per le imprese o una minaccia?
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle aziende sarà un vantaggio?
Secondo gli esperti sì, mentre per i non esperti c’è poco da esultare, perché porterà alla perdita di tanti posti di lavoro.
Allora perchè tante aziende stanno investendo nell’intelligenza artificile o AI? Perchè si dice che i robot, per quanto intelligenti, non potranno mai sostituire le persone e che il lavoro del futuro sarà il frutto di una collaborazione stretta tra robot e persone?
Perché ci viene detto che con le macchine intelligenti il lavoro sarà più efficiente, che le aziende saranno più competitive ed allineate ai nuovi trend di mercato?
Cosa è l’intelligenza artificiale di cui tanto si parla?
Secondo la definizione che ne da Wikipedia, l’intelligenza artificiale è una branca dell’informatica, che crea software e hardware in grado di agire in modo simile alla mente umana.
Da qui la creazione di macchine intelligenti, robot, che rendono la vita più facile a tutti noi, perché sono capaci di compiere alcune azioni tipiche degli esseri umani.
Tutto questo è possibile grazie ad un insieme di algoritmi, tecnologie e tecniche, che elaborano dati e fanno sì che hardware e software possano emulare le persone.
Un esempio famoso di AI è stato il calcolatore Deep Blue che nel 1996 vinse contro il campione mondiale di scacchi Garri Kasparov! Da allora sono stati fatti tantissimi passi avanti e l’intelligenza artificiale è stata applicata in tanti settori diversi!
L’intellingenza artificiale fa già parte del nostro quotidiano
Quando leggiamo qualcosa che parla di intelligenza artificiale, troviamo termini incomprensibili come piattaforme di deep learning, swarm intelligence, riconoscimento vocale, machine learning, robotic process automation, tanto per fare alcuni esempi di strumenti che già fanno parte della nostra quotidianità o che ne faranno parte in misura sempre maggiore.
Qualche esempio pratico sicuramente dà un’idea immediata di qualcosa che dobbiamo all’AI. Pensiamo per esempio a:
- i chatbot aziendali, che rispondono alle domande dei clienti
- la funzione Apple che sblocca gli Iphone con il riconoscimento facciale
- l’uso di Cortana o Siri per fare ricerche online
- gli aspirapolvere intelligenti che puliscono da soli
- le macchine a guida autonoma in fase di sperimentazione
- i sistemi domotici che regolano temperatura, umidità o l’illuminazione di casa in base alle nostre abitudini.
I robot renderanno le aziende più produttive
Le aziende che investono e usano l’AI saranno più competitive e produttive, perchè in grado di rispondere velocemente alle richieste del mercato ed alle esigenze dei propri clienti.
Non a caso, Microsoft, Apple, Google, Facebook e Amazon sono state le prime ad aver investito nella tecnologia intelligente.
Google, per esempio, utilizza l’Ai per gli impianti di raffreddamento e per tagliare i costi dell’energia!
In generale, le aziende che stanno facendo i maggiori investimenti sono quelle dei settori tecnologia, telecomunicazioni, servizi finanziari e aziende automobilistiche, mentre si registra un forte ritardo nella logistica, nei trasporti o nel retail, che pure trarrebbero grandissimi vantaggi.
L’intelligenza artificiale nelle aziende e nel marketing
Noi che usiamo il prodotto finito traiamo vantaggio dall’AI, ma anche le aziende traggono vantaggi dall’uso delle macchine intelligenti ed anche il marketing!
L’intelligenza artificiale nelle aziende sfrutta software in grado di capire i dati dei clienti e dei visitatori del sito (cosa cercano, che device usano per fare le ricerche, quante volte passano il mouse su un prodotto), ne traccia un profilo online, per pianificare le successive di marketing!
L’AI applicata al marketing aiuta a leggere i cosidetti big data, tutta quella mole di dati, che gli imprenditori ed i team di marketing si trovano a dover gestire e che grazie all’AI saranno letti ed utilizzati in modo più preciso, per essere trasformati in azioni di marketing mirate.
E’ quello che già fanno Spotify, che con il sistema di machine learning propone la playlist Discover Weekly, due ore di musica selezionata per gli utenti, in base ai loro gusti musicali, perché “sà”, conosce le preferenze delle persone. Ed è anche quello che fa già Netflix.
Queste aziende non sono più brave delle altre! Hanno certo maggiori disponibilità economiche ed hanno guardato avanti nel futuro del marketing e della produzione!
Senza andare troppo lontano, ci sono anche imprenditori italiani che hanno investito nell’intelligenza artificiale.
Userbot la startup italiana che ha investito nell’AI
Userbot è una startup italiana, che sta portando l’intelligenza artificiale nelle aziende italiane e, in futuro anche in quelle estere.
Il campo di utilizzo è il customer care, dove Userbot promette di rivoluzionare l’assistenza clienti con ricadute più che positive in tutti i comparti aziendali!
La startup ha avuto tantissmo successo, tanto è vero che solo nei primi sei mesi del 2018 ha raccolto 500 milioni di euro da parte degli investitori!
Ma cosa fa questa startup? Come si legge nel sito ufficiale, Userbot ha creato un bot, che analizza i messaggi inviati dai clienti all’azienda e capisce il problema e lo stato d’animo delle persone, assegnando una priorità al messaggio ricevuto. Tutto questo anche grazie all’interazione con gli operatori umani.
L’intervento della Deep Learning e dell’intelligenza artificiale del Bot, aiuta i dipendenti del customer service a rispondere molto rapidamente ai bisogni dei clienti e velocizzare l’assistenza!
Il bot, pensato inizialmente per il settore corporate, verrà esteso già dal 2018 anche alle PMI!
Predixit l’esempio virtuoso di un’altra startup italiana
Predixit è un altro esempio di startup italiana, che porta l’intelligenza artificiale nelle aziende, precisamente negli e-commerce.
Tramite otto algoritmi, Predixit riesce a profilare gli utenti in base alla geolocalizzazione, all’età, monitora ed analizza le azioni compiute dalle persone sul sito di e-commerce e riesce a capire quali prodotti sono più interessanti per i diversi clienti. Sa anche distinguere tra clienti occasionali, frequenti o fidelizzati.
In questo caso l’AI serve a creare offerte personalizzate, che soddisfano tutte le tipologie di clienti, costruendo un forte legame con lo shop online.
Paolo Pepper il robot che lavora alla reception di un hotel
Paolo Pepper è il receptionist del Parc Hotel di Peschiera del Garda! Parla 38 lingue e lavora 24 ore su 24 senza necessità di ferie!
Come fa? E’ un robot sempre connesso ad internet, programmato per svolgere questo lavoro!
Il miracolo è opera dell’azienda veneta Jampaa, che con il machine learning fa parlare il robot Paolo, lo fa interagire con i clienti dell’hotel, rispondendo a tutte le domande come, per esempio, “a che ora è la colazione”, ” mi puoi chiamare un taxi”, “dove è il tale museo”, “come quale mezzo devo prendere per arrivare in tale posto”.
Paolo ha rubato il mestiere ad un receptionist umano?
Sì, ma a ben guardare, Paolo svolge attività abbastanza noiose, che hanno liberato il collega umano da un lavoro molto ripetitivo, consetendogli di fare altre attività indispensabili nella conduzione dell’hotel e sicuramente più interessanti!
L’intelligenza artificiale un pilastro dell’industria 4.0
Questi esempi ci fanno capire perché l’Ai è considerata oggi un pilastro fondamentale dell’industria 4.0!
L’intelligenza artificiale nelle aziende è indispensabile! Ottimizza la distribuzione di prodotti e servizi, migliora il rapporto con la clientela, intuisce il sentiment delle persone, riuscendo persino a prevedere i desideri e le necessità dei clienti! Può anche a capire le tendenze di investimento finanziario in un mercato!
Riuscire a prevedere i comportamenti di acquisto dei propri clienti o dei visitatori abituali del sito e rispondere con delle strategie di marketing e comunicazione mirate e personalizzate è un vantaggio incredibile per qualsiasi azienda!
Avere un sistema di order management, che semplifica i processi di acquisto delle merci, l’inventario dei beni, la gestione del magazzino e delle vendite è un grandissimo aiuto!
Insomma con l’AI si possono fare tantissime cose, ma bisogna prima entrare in un diverso ordine di idee ed essere meno prevenuti, perché la tecnologia, gli algoritmi stanno cambiando il modo di lavorare e fare marketing. Siamo pronti a tutto questo?
Le stime della ricerca Accenture
I segnali sono positivi, ma non siamo così pronti a questo cambiamento radicale in atto.
Stando ai dati Accenture, che hanno stimato le ricadute dell’intelligenza artificiale nelle aziende nel presente e nel futuro, si prevede:
- un aumento dei ricavi pari al 38% entro il 2020
- un aumento dell’occupazione del 10%
- una crescita dei profitti a livello mondiale di circa 4,8 trilioni di dollari
Nonostante:
- il 72% dei top manager intervisitati sostenga che la tecnologia intelligente sarà indispensabile per la crescita delle aziende nel mercato
- il 61% dei manager sia convinto che nei prossimi 3 anni crescerà il numero di figure professionali che useranno quotidianamente l’AI per lavoro
- il 69% dei lavoratori intervistati sappia quanto sia urgente sviluppare una formazione ad hoc, per lavorare con le nuove macchine intelligenti
- solo il 3% dei manager ha deciso di investire nella formazione dei propri dipendenti e metterli in condizione di operare in questa direzione.
C’è grande interesse, ma l’intelligenza artificiale nelle aziende italiane ha ancora molta strada da fare!
Le macchine intelligenti sostituiranno definitivamente l’uomo?
No, cambieranno il modo di lavorare, ma non sostituiranno l’uomo, perchéle macchine hanno bisogno dell’intervento umano per lavorare.
Il termostato che regola la temperatura dell’ambiente, è stato precedentemente impostato, i robot della IBM che individuano le perdite di energia ed il guasto delle apparecchiature e riducono i costi di produzione del prodotto finito, hanno ricevuto l’imput dai colleghi umani.
Le macchine non sostiuiranno mai definitivamente l’uomo, ma supporteranno il lavoro umano, rendendolo più efficace. Cambieranno sì il mondo del lavoro e per questo i lavoratori dovranno sviluppare nuove competenze per “collaborare” con le macchine.
L’AI, per fare un altro esempio, sarà anche d’aiuto a chi soffre di disabilità gravi ed attualmente è tagliato fuori dal mondo del lavoro. Aiuterà chi svolge lavori ripetitivi, che saranno affidati ai robot, per permettere alle persone di impegnarsi in attività diverse e più creative!
In conclusione
L’AI è una grandissima opportunità, che se usata in un’ottica di collaborazione con l’uomo, darà grandissimi risultati: l’uomo dà alla macchina i dati indispensabili a funzionare e la macchina valorizzerà il lavoro umano.
Le macchine intellegenti stanno aprendo il loro spazio anche nel marketing: stiamo assistendo infatti a tanti utilizzi dell’intelligenza artificiale nelle aziende anche in Italia e noi utenti spesso non sappiamo neppure di utilizzare già da ora prodotti e servizi creati grazie alla AI.
Ben venga quindi l’intellingenza artificiale nelle aziende, perché porterà efficienza e competitività! Le macchine, infatti, sono in grado di elaborare i dati in possesso delle imprese con una precisione superiore a quella umana, a fornire informazioni sui clienti, che aiuteranno i lavoratori umani a fare marketing mirato.
I robot non distruggeranno i posti di lavoro, ma creeranno nuovi posti di lavoro, facendo nascere nuove professionalità: lo dicono gli studi, come quello scolto da Capgemini, l’83% delle imprese intervistate hanno creato nuove posizioni grazie alle macchine intelligenti e le vendite sono aumentate del 10%!
Tutto questo presuppone un uso cosapevole delle macchine e l’acquisizione di nuove competenze per tutti i lavoratori che dovranno lavorare insieme alle macchine.
L’intelligenza artificiale in Italia sta pian piano facendosi strada, ma ci vorrà un cambio di mentalità e più coraggio negli investimenti!
0 Comments